Si tratta di un ulteriore passo verso quelle trivellazioni tanto care al governo Renzi. Il ministro dello sviluppo economico, Guidi, ha infatti precisato in più di un'occasione quanto sia indispensabile per la nostra economia l'estrazione di petrolio.
Non voglio qui sollevare questioni tecniche legate ai costi dell'estrazione, che determinano il prezzo al barile del petrolio. Mi risulta difficile credere che l'Italia possa estrarre petrolio a costi inferiori a quelli di paesi come l'Arabia Saudita, la Russia, il Venezuela (si legga ad esempio questo illuminante articolo de ilSole24Ore).
Credo più plausibile, invece, che le trivellazioni condotte in una provincia, quella irpina, che possiede tre vini DOCG (il fiano, il greco e il taurasi), che riceve dalla terra le olive che danno oli pregiati (vedi), che crea formaggi prelibati (carmasciano, podolico) e raccoglie frutti rinomati (castagne, nocciole, tartufi, etc.), non siano dettate da ragioni economiche. Queste, infatti, spingerebbero a valorizzare ciò che è specifico di questo paesaggio.
Le trivellazioni rappresentano solo un crimine efferato contro l'Irpinia, una volontà di sfigurarla definitivamente, di stuprare, con essa, una storia millenaria e ciò che ancora resta di un popolo antico, in un demenziale impulso distruttivo che accompagna gli atti e i pensieri delle aggregazioni 'politiche' attualmente dominanti.
Manifestazione di protesta a Gesualdo (03/01/2015) (YouTube).
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